· 

Kinesiologia e Mindfulness: strumenti alternativi per i DSA - Disturbi Specifici dell'Apprendimento

Ad oggi sia la medicina che la psicologia riconoscono la necessità e limportanza di considerare il funzionamento organico e il funzionamento emotivo in una relazione interdipendente (Mayer & Saper, 2000), diventata piattaforma integrativa dei differenti indirizzi di ricerca e dove varie scuole hanno iniziato ad applicare efficacemente lapproccio mente-corpo sia al trattamento della malattia sia, in generale, al miglioramento dello stato di salute. Ciò ha portato alla nascita di quellinsieme di interventi di cura innovativi “evidence-based”, che va sotto il nome di Medicina Naturale Complementare o Non-Convenzionale, come la Naturopatia, l’agopuntura, le terapie manuali come la chiropratica e la derivazione della Kinesiologia, losteopatia, o le tecniche affini quali tai chi, yoga, medicina termale e terapie spirituali mente-corpo (WHO, 2013).

 

Entrando nello specifico dei disturbi DSA, è necessario citare preliminarmente ulteriori studi nel settore delle neuroscienze in relazione agli effetti neurofisiologici positivi della pratica di mindfulness, attraverso strumenti come l’ Elettro Encefalo Gramma (Davidson et al. 2003; Slagter et al., 2007) e l’ MRI funzionale (Farb et al., 2007; Lutz et al., 2008; Farb et al., 2010; Goldin e Gross, 2010).

 

In relazione a tutto questo la letteratura fino ad ora ha dimostrato che i sistemi neurali sono reti plastiche e modificabili, sia nei bambini che negli adulti, attraverso la formazione e l’istruzione (Gage, 2002; Draganski et al., 2004; Colcombe et al., 2006; Driemeyer et al., 2008). Per esempio, studi longitudinali hanno confermato l’aumento della materia grigia in relazione a competenze specifiche come effetto dell’acquisizione di informazioni astratte (Draganski et al., 2006), di competenze motorie (Draganski et al., 2004), di training aerobico (Colcombe et al., 2006), e di compentenze cognitive (Ilg et al., 2008). Studi incrociati hanno stabilito che le differenze nella materia grigia sono associate con abilità di tipo prestazionale (Mechelli et al., 2004; Milad et al., 2005), suggerendo che l’aumento della materia grigia corrisponda ad una migliore funzionalità nelle aree di rilievo.

 

 

Diversi studi incrociati in MRI funzionale hanno dimostrato come i soggetti meditanti mostrino, in varie regioni cerebrali, una differente morfometria a livello della materia grigia, rispetto a soggetti non-meditanti (Lazar et al., 2005; Pagnoni and Cekic, 2007; Hölzel et al., 2008; Luders et al., 2009; Vestergaard-Poulsen et al., 2009; Grant et al., 2010). Le differenze si sono riscontrate nell’ippocampo e nell’insula anteriore destra, le due regioni maggiormente coinvolte negli stati meditativi (per l’ippocampo, Lazar et al., 2000; Hölzel et al., 2007; per l’insula, Farb et al., 2007; Lutz et al., 2008). All’ippocampo è riconosciuto il ruolo critico nei processi di apprendimento e di memoria (Squire, 1992), e nella modulazione del controllo emozionale (Corcoran et al., 2005; Milad et al., 2007), mentre all’ insula si riconosce la capacità chiave nei processi di consapevolezza  (Craig, 2009), funzioni altrettanto importanti nella gestione dei processi e dei risultati derivanti dall’addestramento in mindfulness (Bishop et al., 2004; Shapiro et al., 2006; Ortner et al., 2007).

 

Lo strumento kinesiologico, nel protocollo mindfulness-based, entra in gioco in maniera preliminare per guidare e personalizzare la meditazione ed è inoltre utilissimo nel preparare il soggetto, sia bambino che adulto, e rintracciare/eradicare eventuali traumi emozionali che il corpo, nella fattispecie le memorie limbiche, ha trattenuto, impegnando così le risorse  delle funzioni esecutive (Executive Functions) della Memoria di Lavoro (Working Memory). Ogni perturbazione emotiva ruba, per così dire, risorse cognitive impedendo o rallentando le funzioni necessarie all'acquisizione delle informazioni e di conseguenza dell'apprendimento.

 

Dottor Romeo Barbieri 

Scrivi commento

Commenti: 0