"Non permettere che alcuno ti convinca a curarlo se prima non ti abbia aperto il suo animo, giacché il grande errore che commettono i medici del nostro tempo nel sanare le infermità è di considerare separati lo spirito dal corpo. Non si può guarire l’uno senza curare l’altro. Dalla mente procede sia il bene che il male irradiandosi al corpo e all’uomo tutto intero" ( Platone)

L' ipnosi veniva praticata già nell'antica Grecia ai tempi di Esculapio, nelle cosiddette "sale del sonno", o ipnotari; lì le persone venivano fatte sdraiare a terra entrando così in contatto con la Terra e con l’oracolo, attraverso l'induzione di allucinazioni uditive e visive. In Cina, ben 18 secoli prima di Cristo, attraverso particolari riti religiosi, i sacerdoti del tempo provocavano una "dissociazione" dello stato di coscienza.

Agli inizi dell'ottocento anche il famoso Abate Farìa praticava una sorta di ipnosi: il paziente veniva fatto sedere su una sedia comoda e gli faceva fissare la mano, alzata e tenuta aperta. Poi gli ordinava di dormire e la persona cadeva nel cosiddetto "sonno magnetico". Mentre il paziente era in questo stato egli suscitava visioni, guariva malattie, imprimeva suggestioni post-ipnotiche.

La storia dell'ipnosi si è poi ulteriormente arricchita nei decenni a seguire ed è stata utilizzata da medici, psicoterapeuti e persone comuni. Per arrivare ai giorni nostri dove è vista più come fenomeno televisivo e "di strada" che come vero strumento terapeutico. Il cosiddetto "livello di trance" in cui la persona può scivolare può essere da leggero a sunnambolico, ma per avere benefici effetti è sufficiente quel livello che possiamo assimilare ad una meditazione profonda. Ecco allora che la coscienza può, se opportunamente guidata, lasciar andare le resistenze e permettere la liberazione e l'alleggerimento di situazioni e disagi che penalizzano il soggetto nella modalità conscia.