Nella concezione psicosomatica si possono riconoscere attraverso i sintomi le cause che hanno prodotto i disturbi. Senza ripercorrere il lungo cammino della psicosomatica, basti dire che la persistente dicotomia scientifica al problema della malattia, se da un lato ha arricchito enormemente il bagaglio di conoscenze analitiche in relazione agli aspetti biochimico e psichico, favorendo un indirizzo allopatico farmacologico di soppressione sintomatologica in logica di causa-effetto, dall’altro ha comportato una segmentazione delle pratiche e del sapere, a discapito della comprensione del complesso “quadro d’assieme” ed ha allontanato la capacità di esaminare i disturbi e le malattie come un’ unica, interdipendente ed espressiva manifestazione di un soggetto composto da un insieme di psiche e soma elaborato biunivocamente nel tempo.
La meccanica cartesiana in cui si vuole traslare il funzionamento biologico non è più sufficiente a dare risposte terapeutiche in una civiltà fortemente compromessa da disagi, disturbi e malattie sempre più “precocemente degenerative”, spesso riconducibili ad un contesto psico-somatico che la scienza stenta a riconoscere. Mantenendo comunque come punto fondamentale di riferimento la Medicina Convenzionale, da cui non possiamo prescindere, la Medicina Psicosomatica e la Medicina Naturale ovvero non Convenzionale vogliono rappresentare un punto di vista complementare a cui riferirsi per non perdere di vista il vero obiettivo, cioè il recupero della salute e del benessere della Persona, intesa non come malattia di apparato od organo che improvvisamente perde le proprie capacità funzionali, ma come unità psicosomatica con un proprio “percorso esistenziale” di avvicinamento alla malattia.
La concezione psico-somatica “ è di per sé “olistica”, utilizza un metodo “analogico” di consistenza sincronica per comprendere il legame di senso che accomuna fenomeni, quali possono essere i disturbi e i sintomi, solo apparentemente slegati fra mente e corpo, energia e materia.
Al linguaggio della logica cartesiana, che tende a dissezionare e a categorizzare, viene contrapposto quello dell’analogia, per collegare, amplificare e comprendere ed il simbolismo diviene il tramite di questo processo.
L’Uomo è un fenomeno unitario in cui mente e corpo, inconscio e conscio, solo in apparenza sono manifestazioni diverse della stessa sostanza. L’approccio analogico attraverso i simbolismi corporei permette di rintracciare un senso filogenetico profondo, il linguaggio specifico di ciascun organo che trasla verso un insieme di significati universali, oltre l’approccio conoscitivo di tipo cartesiano quantitativo, per arrivare a ricercare il senso unitario delle funzioni corporee e della loro interdipendenza con l’ambiente circostante.
Allora lo scopo è quello di affrontare i disagi di ciascuno con un approccio psicosomatico personalizzato, basato su solidi fondamenti scientifici. Ogni disagio rappresenta una chiave di lettura allargata a tutta “ l’unità psicosomatica “ , cioè alla Persona. Il percorso di recupero offre a ciascuno la possibilità di ritrovare in modo naturale salute e benessere, più in sintonia con la natura, per riscoprire e prendere coscienza di un nuovo stile di vita in cui siano presenti in modo costante i contributi più significativi della Medicina Psicosomatica di tipo naturopatico, le tecniche di auto rilassamento, il massaggio, gli interventi in autoprotocollo, l’alimentazione naturale, per migliorare costantemente la nostra qualità della vita, il nostro “vivere meglio”, “ nostro “, perché personale e diverso da persona a persona. Ad ogni disturbo/disagio si può rispondere adeguatamente con una o più tecniche congiunte, secondo quanto citato nella sezione Strumenti e Metodi.
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Dottor Romeo Barbieri
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